Cibo razionato e musica da asporto, perché per sentire tutta la tranquillità gelata del silenzio ci vuole qualcosa che sia in grado di romperla davvero.
Non abbiamo occhi abbastanza veloci per star dietro alle frecce rosse ma pelli segnate che non sentono più dolore. La noia delle strade troppo dritte e la bugia di chi stamattina mi ha mostrato nuvole e pioggia, mentre qui c'è solo il sole che rimbalza sul bianco del monte che è sempre lì, di fronte. Dove hai fatto la guerra con mio padre e forse hai preso le sue parole, tu che ce l'hai fatta a stargli vicino.
Io invece scappo dall'affetto incondizionato e mi aggrappo ai miei problemi e alle soluzioni autoprodotte. Se non chiedo aiuto, qualcuno è capace di darmelo lo stesso?
Guido in base all'umore e l'illusione di un videogioco con dei vecchi amici. Poi però il muro è reale e siamo sempre noi a sbatterci contro. Brindiamo ai nostri scenari tragici e a quanto siamo splendide nella nostra solitudine. Mentre cerchiamo di farci voler bene da chi vuole solo star bene con noi e rivendichiamo tutto il nostro diritto a stare male. Non si scherza con le seconde possibilità: se si torna indietro bisogna essere disposti a cambiare.
Non posso avere futuri prevedibili ma voglio almeno passati certi. Rimettiamo la musica infinita e diamoci appuntamento tra le nostre lacrime tascabili. Proviamo a ritrovarci ancora, ignorando quanto siamo abili a fingere di perderci.
Cercando di non pensare che potrebbe capitarci davvero.