Gli incubi, dai quali cerchi di svegliarmi con un abbraccio che poi era solo nella mia testa e puoi dirmi che va tutto bene.
Ma anche tutti gli altri personali film notturni. In cui le persone ci entrano e mi parlano di cose che nella realtà non mi dicono mai. Che un po' le riassaporo con assurda malinconia al mattino. Guardandole rotolare in bagliori di luce chiara lungo i pendii della valle in cui il rock 'n roll è morto.
O almeno così dicono.
O almeno così dicono.
E ode agli okkervil river. Che sono tornati e non puoi confonderti.
Avvolgendoti di certezza nella calde braccia della musica che non so se l'hanno inventata loro ma poi l'hanno copiata in tanti e puntualmente mi ci ritrovo dentro. E me la ritrovo dentro.
Punto di stabilità necessario in un giorno di sospensione tra un prima e un dopo immaginario. Che sto su strade che non percorrerò più come prima. E penso ai nuovi punti di riferimento quotidiani che dovrò trovare. E l'ho già fatto così tante volte che poi è come non averlo fatto mai.
Verso una vita che sembra tanto uguale a quella di prima e forse è per questo che non ci pensiamo troppo.
Verso una vita talmente nuova da destabilizzare i nostri prevedibili universi e forse è per questo che non ne parliamo mai.
Che forse hai ragione tu e se siamo qui e lo stiamo facendo, possiamo continuare a dialogare di cose che non sappiamo dire attraverso parole pratiche ed efficaci. Tra liste infinite ed indicazioni logistiche che alla fine non ci fermiamo mai.
Mentre manca così poco e ti sembra che non abbiamo abbastanza per farlo davvero. Mentre manca così poco e mi sembra tutto così reale per crederci davvero.
Domani è il nostro giorno e in quella casa c'è tutto quello che ci basta per svegliarci e stare bene ogni mattina.
Che io porto lo stereo e oggi ho comprato un nuovo cd e la bottiglia di vino è rimasta nel frigo.
Poi ci siamo noi due.
Facci caso.