martedì 30 aprile 2013

the veils | time stays, we go

Ci sono cose che ti uccidono per un secondo. Tu cerchi di evitarle, le eviti, pensi di avercela fatta. Ma poi loro arrivano lo stesso e ti tolgono un battito - un istante di vita - e torni alla morte.
Ritorno, sì. Perché se non fosse abituato - se non fosse già morto - il cuore mica ce la farebbe a ripartire così. Come se avesse semplicemente cambiato idea. Come se schiantarsi va bene, si può fare. Ma che almeno sia con vista finestrino.
I piccoli angeli salgono al governo e i cristi scendono dalla croce per indicarci la via. In questa terra che volevo esserci da un po' e allora vieni via da quei vestiti e siediti a guardare l'italia da qui. Per capire se hanno ragione i disfattisti, i fuggiaschi, oppure i padri che non sono il mio ma voglio credere alle loro parole e ripetere ancora una volta che andrà tutto bene.
[dio come avrei voluto che qualcuno me lo dicesse da bambina]
I pensieri sono senza limiti - così come i nostri sogni - ma non bastano a salvarci. Il sole però sì, lo credo davvero. Insieme alla bellezza - quella sempre. Per questo venivo così bene nelle fotografie mentre ora sono sempre di spalle, a guardare quello che qui intorno nessuno vede.
Per questo venivamo così bene.
E bella come ero lì penso di non esserla stata mai.

domenica 21 aprile 2013

afterhours | factory milano | 19.04.13

Basta distrarsi due minuti e non è vero che le cose cambiano. Tornano semplicemente quelle di prima.
Rischiare è tutt'altra cosa e io sono stanca dei miei gesti romantici che potrebbero migliorare il mondo invece poi me li pago sempre tutti.
Si è in due, lo so. Perché a volte me lo dimentico?
L'urlo è in tutto quello che faccio e in quello che evito di fare. È nella prima cosa che vedi di me e mi è tutto intorno. L'urlo è nei sentieri già tracciati delle mie guance, nei binari, nei caffé del mattino che condizionano la giornata.
L'urlo oggi è bianco. E sono loro.
Qui c'è troppa gente e troppa musica. Tutto rimbalza dentro le pareti così che ora è solo il muro di suono a starmi addosso. E il tempo. Non la tua bocca e neanche le tue dita esperte di me.
Mi porto a letto i miei pensieri splendidi e la superficie della mia pelle intatta.
Prima di dormire, un ripasso alle vostre voci.
Poi un minuto su di te.
A seguire perplessità.

Sai quando tornerai io sarò già vi | senza un'idea  | vendendo roba tua | riciclandomi | restando vivo | Imparare a barare e sembrare più vero | due miserie in un corpo solo | C'è solo sangue | solo sangue dentro me | c''è solo sangue | quando sai che sei fedele | a quello in cui non credi più

lunedì 15 aprile 2013

appino | locomotiv bologna | 13.04.13

Perché se ti scegli certi compagni di viaggio è come se portassi con te una presenza che non è cosa e non è persona.
Ma è potenza.
Sono qui per conoscerla e ti prendi tutti i miei occhi.
Tu, che quando ti muovi è come veder danzare la musica che sento. Ed oggi è quel qualcosa in più che mi è diventato indispensabile.
Anche se io ho sempre votato per i corpi, posso dimostrarlo.
Perché è il momento in cui tocchi per la prima volta qualcuno quello in cui gli dai veramente esistenza. Oltre la voce e le parole, scoprirsi materie in contatto. Con tutto quello che ci si porta dentro. Con tutto quello che ci si esprime fuori.
Le nostre unghie si confondono con il colore dei treni che prendiamo per correre veloci nelle campagne dimenticate.
I nostri consigli di stile che tanto è primavera e l'avresti mai detto che sarebbe arrivata. Che ci saremmo arrivati, mi sembra meglio dire.
Un minuto di fuoco nell'aria e ci precipita di nuovo il mondo. Mentre io continuo a mandarti cartoline di fiori che sbocciano per non lasciarti andare del tutto attaccandomi al niente.
Tanto è qui che rimarrai, ovunque tu sia.
E ovunque tu sia.
Vivi di musica.

giovedì 4 aprile 2013

la città nuova oltre sant'elia | villa olmo - como

È che mi riprecipitate tutti addosso a distanza di poche ore.
Nello stesso pomeriggio in cui abbiamo perso la capacità di distinguere tra le buone e le cattive notizie. Ma io e te continuiamo a credere negli incastri che saranno poi davvero casuali. E allora facciamo anche questa. Tanto l'idea ce l'avevamo già e i nostri prossimi giorni hanno anche le notti. Quelli dopo, chissà.
Vi sento addosso ma tanto lo so che ve ne andate presto.
Mi tornerà il respiro e i camaleonti che cambiano colore ai miei occhi. Scorrerò in alto - lungo gli edifici delle mie invenzioni futuriste. Mentre tu mi racconterai le storie che mi faranno diventare me.
Parlami delle tue professioni inventate che avresti fatto da grande. Ricordami il giorno in cui mi hai tenuta in vita a noci e vino e spiegami cosa ti ha fatto cambiare idea e dare consistenza al mio consiglio. Quando pensavi esattamente l'opposto.
Dimmi com'ero quando hai aperto la porta e mi hai vista illuminarmi di stupore. Dimmelo.
Ed inventaci un intero mondo intorno.
Perché questa è la sera di quello stesso pomeriggio.
E io voglio stare lì.
Persa nel limbo.