domenica 31 marzo 2013

torres | torres

Ho cambiato i pronomi personali delle frasi.
Ti ho eliminato dai miei tempi verbali.
Ti ho adagiato, rannicchiato, nello spazio che ho dentro. E ti proteggo ogni secondo dal vuoto che altre persone potrebbero portare.
Ho scoperto che è facile sai. Tirare indietro la testa. Spostare le mani. E poi raccontartelo mentre compro vestiti per la bambina che non sono più.
Gli alternativi con la casa pagata da papà non fanno per me. E i sostantivi sono vitali: non devi usarli a caso quando stai con me.
Per questo torno qui. A scrivere fino a salvarmi la vita.
Eterna giulietta. Con la morte a tempo determinato.
Mi hai abbracciata e non me lo aspettavo.
Mi hai delusa e forse già lo sapevo.
Oggi voglio sono una cosa. Ed è dormire.
Svegliami quando sono famosa.
Non in generale. Ma in te.

lunedì 25 marzo 2013

appino | il testamento

È che non c'è più nessuno che mi faccia delle foto. È questo.
Quindi non lo so dire come sono quando sono con te.
E mi passerà anche la voglia di scoprirlo, dopo quello che mi hai detto.
Mi ci impegno.
Me la faccio passare.
Perché non puoi conoscere qualcuno senza una forza d'amore. Qualunque essa sia.
E io mi innamoro delle cose preziose.
Le nostre prove di perfezione nelle colazioni del mattino sono solo tentativi di tenerti lontano. Come quando schiacci l'acceleratore per avere maggiore stabilità. E va bene che scappare non ci serve a niente ma neanche restare da te mi sembra poi tanto utile, al momento.
Per la disumanità nella coerenza.
Se ti avvicini me ne vado. Se ti allontani ti rincorro.
E prima di andartene.
E prima che diventi tempo perduto.
Dai un nome alle cose perché restino con te fino alla fine.

bambina mia splendente | amore del mio amore| tuo padre è innocente | di tutto questo orrore | nessuno gli ha insegnato | a raccontare cosa ha dentro | e lui ha nascosto tutti quanti | i mostri sotto al letto | bambina mia adorata | gioiello di famiglia | sorella di una fata, bambina meraviglia | in questi giorni della merla | dormi sempre più beata | sotto il tuo manto di neve | nella valle incantata

sabato 2 marzo 2013

il mostro | il mostro

Siamo noi del terzo piano che corriamo su per le scale in piena notte. Noi che sbattiamo rumorosamente nelle porte, quasi avessimo fretta di rientrare. Quasi avessimo paura di essere stati per troppo tempo lontani da questa casa.
Siamo noi che tu te ne vai ma tanto non ci vediamo mai e poi ci parliamo via messaggio di questo gruppo.
E quanto è vero che stavo scartando un disco davanti a te.
E quanto è vero che non avevo mai scartato davanti a qualcuno il suo proprio disco.
Puro effetto della materia, mi sa. Perché questo stesso gesto l'avevo già fatto giorni prima, quanto tutto era ancora aria.
E sono state due modalità due scoperte ed innumerevoli sensi.
E grazie per averlo sottolineato. E grazie per averlo reso possibile. E grazie per non essertene neanche accorto.

10.02.2013
Penso che un sole così non lo si possa sprecare poi più di tanto.
Penso che abbia un senso in questa giornata che mi sbatte la luce contro le finestre. Che abbia un senso lasciare le coperte calde, indossare le cuffie, qualche vestito sportivo ed andare a contornare il lago.
Penso.
Ho un disco da ascoltare.
"Tutto-di-fila-per-la-prima-volta-e-con-attenzione" mi è stato detto. E tutto-di-fila è giusto questo anello di strada sotto questo sole.
Mi hanno anche detto che attorno alle cose sacre si deve girare in senso orario. Quindi io sempre ubbidiente, il lago sempre a destra, i vestiti sempre bene addosso, schiaccio play e si parte.
Partenza.
Un girotondo che è un giro in tondo.
Con una musica che mi fa venire voglia di correre ma poi i polmoni sono poco allenati e resta il passo veloce e tutto nelle mie orecchie che tiene il tempo. Perché ho l'impressione che sia così. E non l'esatto contrario come il resto del mondo si ostinerebbe a dire.
Può bastare questo a stare bene e pensare che sia tutto perfetto?
Così. Per qualche istante. Per qualche istante ed un mondo.
Perché non ho incontrato nessuno. E l'ultima volta che sono stata qui sembra un'altra vita. Con il ghiaccio nell'aria che fa solletico agli occhi pieni di acqua scintillante, fino a farne uscire quella che arriva da dentro.Che penso che anche questo faccia parte dell'innato sistema di sopravvivenza. Perché le lacrime sono leggere e scaldano le guance contro il grande freddo.
Mantenendomi in vita. 
Torno al punto di partenza con addosso solo sensazioni e l'intensità di questo giro di giostra. Con il privilegio di averlo potuto fare prima degli altri. Che mi sembra come quando vai in un posto che è sempre superaffollato ma per questa volta ci sei soltanto tu.