Ho questa tendenza a lasciar passare il tempo. Ed a pretendere che anche gli altri si perdano via tra insicurezze e possibilità da preservare non facendole avverare mai.
Ho questa fede spesso ingenua nel potere terapeutico di un pezzo. Nelle cose che dovrebbero avvenire senza difficoltà. E nella possibilità di alterare per sempre i nostri rapporti, quando mi abbracci perché mi trovi per caso vicino a te.
Ma nelle illusioni che ho in testa non sono io che ti parlo - io non l'ho fatto mai - quindi non sei neanche tu e non siamo neanche noi come siamo davvero. Poi nella realtà delle cose tutto è troppo sfuggente e l'estetica del viaggio ha riempito il mondo di valigie da lasciarci in custodia neanche facessimo parte dell'arredamento urbano di questa stazione.
Hanno tolto i pannelli e un po' ho sorriso. Hanno provato a toglierci la nostra ora d'aria ma noi l'abbiamo trasformata in una giornata di bora. Hanno fatto in modo che stessimo sempre lontani e va bene così, forse non avremmo dovuto incontrarci mai. Nonostante io ti abbia cercato.
Ora fai quello che vuoi. Divertiti. Scappa. E forse un giorno capirai.
Che anche se fai finta di niente. Che anche se non te ne accorgi.
Non si possono sottovalutare le conseguenze dell'amore.
domenica 29 dicembre 2013
giovedì 12 dicembre 2013
lorde | pure heroine
Avrei dovuto capire tutto quando mi hai mandato quel messaggio per sbaglio. Reagire diversamente, arrabbiarmi davvero invece di limitarmi come sempre a mostrare il mio dolore, piangendo. Un po' come quando quel mattino sono arrivata, tu mi hai fatto la solita domanda e io non ho potuto fare a meno di far colare tutto il mio animo dagli occhi. Rovesciando insieme alle lacrime salate anche il rapporto che c'era tra me e te.
Adesso tutte le mattine mi sveglio da me stessa, e insieme alle mutande pulite infilo maglie di incertezza e pantaloni di inquietudine che mi fanno correre - correre - con l'unico risultato di non muovermi mai.
Non ho più voglia di giocare con le risposte. Non spetta più a me.
Siamo sempre sull'orlo. E questa è la volta buona che una delle due cose deve per forza succedere. O saltiamo avanti e diventiamo giganti. Oppure precipitiamo per sempre.
Adesso tutte le mattine mi sveglio da me stessa, e insieme alle mutande pulite infilo maglie di incertezza e pantaloni di inquietudine che mi fanno correre - correre - con l'unico risultato di non muovermi mai.
Non ho più voglia di giocare con le risposte. Non spetta più a me.
Siamo sempre sull'orlo. E questa è la volta buona che una delle due cose deve per forza succedere. O saltiamo avanti e diventiamo giganti. Oppure precipitiamo per sempre.
martedì 3 dicembre 2013
le voci di dentro | regia di toni servillo | cinema teatro di chiasso | 01.12.2013
La sua presenza è ancora una lieve pressione sulla pelle della mano.
Averlo davanti come se fosse normalità. Sorridergli. Sorridersi.
E portare questa luce tra le labbra contro i risvegli gelidi, gli eventi falliti e le assunzioni di responsabilità delle proprie parole.
C'è qualche centimetro di aria sotto le suole delle scarpe. Lì dove si è appiccicato il pensiero di me su di me che oggi respira - respira - perché qui è tutto business class. Non facciamo in tempo a chiedere. Gli specchi sono acquari profondissimi da cui ci guardano versioni di noi capaci di tutto. E ci scagliamo addosso le emozioni per riaverle indietro ancora più forti. Sopraffatti dal fascino che fa toccare un mito.
Roma potrebbe bruciare là fuori e saremmo comunque tutti salvi.
Senza fatica, daremmo vita a giorni fantastici sulle ceneri del buio. Ed il senso di tutto questo sarebbe solo una grande bellezza.
Quello che ci serve è stare insieme per un giorno e rischiare di essere felici.
Prima che crolli il mondo.
Non si può neanche fare un sogno?
E portare questa luce tra le labbra contro i risvegli gelidi, gli eventi falliti e le assunzioni di responsabilità delle proprie parole.
C'è qualche centimetro di aria sotto le suole delle scarpe. Lì dove si è appiccicato il pensiero di me su di me che oggi respira - respira - perché qui è tutto business class. Non facciamo in tempo a chiedere. Gli specchi sono acquari profondissimi da cui ci guardano versioni di noi capaci di tutto. E ci scagliamo addosso le emozioni per riaverle indietro ancora più forti. Sopraffatti dal fascino che fa toccare un mito.
Roma potrebbe bruciare là fuori e saremmo comunque tutti salvi.
Senza fatica, daremmo vita a giorni fantastici sulle ceneri del buio. Ed il senso di tutto questo sarebbe solo una grande bellezza.
Quello che ci serve è stare insieme per un giorno e rischiare di essere felici.
Prima che crolli il mondo.
Non si può neanche fare un sogno?
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