domenica 21 febbraio 2016

cirque eloise | cirkopolis | teatro degli arcimboldi milano | 18.02.2016

Quella sensazione lì, provata mai.
Saltare in alto e sapere che ci sarà qualcuno a prenderti sotto. Per non farti toccare il suolo quando poi torni giù.
Ecco, quella sensazione lì, che sei protetta. Nei gesti più semplici di ogni giorno, ma anche quando ti tieni il vuoto al di là dei piedi. Quando qualcosa ti sbalza oltre te stessa e non basta più il tuo corpo - per quanto abile forte bello e allenato che sia.
L'universo dentro si allarga, nutrito dal tempo e dalle briciole di quello che sei e non sei stata mai. E la pelle non ce la fa. Semplicemente non ce la fa a stare dietro a tutto questo.
È la profonda solitudine e la voglia di stare da sola. È la stanchezza di vecchie dinamiche e quella tutta nuova di costruirsi un regno. È il silenzio delle nuove tecnologie di comunicazione e il battito del cuore, che lo senti solo mettendoci una mano sopra.
Vorrei che le persone potessero ancora sorprendermi. Ma quando lo dico, ho in mente le persone sbagliate. Vorrei che mi bastasse tutto questo. Ma se fosse così, poi, smetterei di cercare di cambiare di respirare. Vorrei che non mi dimenticassi, che un giorno imparassi a dirmi quello che senti davvero. Anzi no, vorrei essere pronta io a sentirmelo dire.
Vorrei vivere di realtà. E trovarti.
Ma per questa volta sto perfettamente ferma.
Così non rischi di perdermi.

martedì 9 febbraio 2016

quentin tarantino | the hateful eight

È sanguinare. Avere qualche organo interno di troppo spappolato addosso. E sentire molto, molto freddo.
È il bisogno di scrivere, di stare sotto le coperte, di non pensarti. Di non pensare in generale. Di stare bene - per una volta.
Ondeggiare in tutte le mie vite. Così da non essere mai troppo presente. E neppure troppo precisa.
Averti una sera - una soltanto ma tutto per me - e accettarlo. Accettare che è tornato l'omino a dirmi qualcosa da dentro la pancia. Ma non lo capisco, ci provo, non ci riesco, sono distratta. Sono distratta da quello che provo a non considerare di te.
Qualche volta le equazioni le risolvo. Tipo che possono essere  complicatissime, ma poi il risultato per me è sempre uno. La maggior parte delle volte, però, mi perdo nei corpi nella confusione nelle mancanze negli attimi presenti e nella capacità di fingere. Mi confondo col silenzio - che è la spiegazione di molte cose. E poi dormo.
Così le parole che vorrei dirti non possono evadere dalla prigione del mio sogno. Le vite non si scombussolano. E tutto resta come deve restare. Tranquillo.
Gli otto personaggi dentro di me destinati ad uccidersi si sono dati appuntamento in mezzo al nulla. Inganneranno la tormenta e porteranno con sé il proprio messaggio.
Non lo saprai mai.
Se non farai nulla. Tu.
Non lo saprai mai.