venerdì 14 giugno 2013

giardini di miro'+appino | miami festival | 09.06.13

Ho come l'impressione che questo concerto me lo porterò dentro a lungo. Nei giorni umidi, tra i meandri incrinati della mia colonna vertebrale. Nei nostri discorsi futuri, tra gli amarcord dei live che - beata sorella incoscienza - alla fine valeva comunque la pena di esserci.
Il mio corpo si è precipitato a terra per riuscire a fermarsi un po' ma non ha fatto i conti con la nostra capacità di mentirci. Fingere di dare una speranza alle previsioni del tempo. Di non scriverti mai più, che l'orgoglio è il mio mestiere. Ed inventare pure che forse alla fine non ci andiamo, ma tu intanto comincia a venire qui da me e poi vediamo.
Potrebbe diventare un'abitudine presentarsi ai concerti con qualcosa di rotto - nervi, cuore o ossa che sia - e poi farseli aggiustare dalla contingenza della musica vivente. In questo rispetto bidirezionale che sono gli scusate e i grazie e i non-pensavamo-che-sarebbe-andata-a-finire-così ma poco importa, tanto la pioggia sembra sempre meno forte quando ci si sta sotto. E ormai noi da qui non ce ne andiamo.
Le tue braccia suonano e non me lo dici più. Sei il serial killer delle conversazioni umane e la soluzione è solo quella di lasciarti perdere. Che per me poi tutto ha sempre un valore diverso.
La mia utopia ha spazio di manovra agevolato e non la perdo di vista. Attaccata al filo rosso che serve a dare un senso ad ogni cosa. Anche a quest'acqua che diventa memoria nei miei muscoli.
E casomai ce ne fosse bisogno.
Mi ricorderò tutto io.

sabato 8 giugno 2013

editors | the weight of your love

Succede che un momento sei fuori dalla tua vita. Ed esattamente sette giorni dopo ti trovi dove c'è troppo sangue, l'attesa è lunga ed il tuo corpo è mero oggetto di lavoro. Solo involucro intercambiabile e - nei limiti del possibile - sistemabile.
Succede di sentirsi così piccola e fragile su un lettino asettico. E di provare forte la voglia di chiudere gli occhi ed abbandonarsi al ronzio delle apparecchiature sopra ed intorno. Tanto di capacità di resistenza ne è già stata mostrata abbastanza, per questa settimana. Tanto nessuno aspetta il risveglio dal mio sonno anestetico. Là fuori, solo sconosciuti.
Ti ho dato il pretesto per cavartela con eleganza ma anche così non ce l'hai fatta. Perso nelle nuvole che ti tengono lassù in alto e ti rendono inarrivabile come lo sei sempre stato e come ora sei tornato ad essere - lo sapevamo già.
Potrei abituarmi all'applauso spontaneo di un'intera platea ed a questo scricciolo grigio che si abbandona alle mie braccia, dormendo i suoi incubi.
Io, che oggi sono in fuga perenne dal mio corpo.
E tu, che sei in fuga perenne da te.

the sun says nothing | about my demise | my fall to the floor
sparks from your stare | cascade into mind | the start of a war
monday morning | hingover, red eyes | hide it all the way
we walk through a crowd of stragers | two minutes from your door | you've lived there all your life

lunedì 3 giugno 2013

zenzile | living in monochrome

Ci siamo stati abbastanza attenti, mi sembra, ad infilare questa serata in una bolla di sapone opalescente per poi affidarla al vento del nord di questa primavera. Siamo stati bravi, dobbiamo riconoscercelo, a rendere il primo combaciare delle nostre ore solitarie un pezzo unico nel catalogo patinato dei nostri ricordi preziosi.
Abbiamo rasentato la perfezione, possiamo dirlo. Allora potremmo anche darci onore al merito. Al mio ed al tuo, non credi? In teoria dovrebbe funzionare così.
Dovrebbe. Ma nella realtà delle mie notti, io continuo a non dormire. Ed il mio stomaco da quel momento non trattiene più nulla, forse perché deve ancora assimilare del tutto la tua saliva.
Sarà che nei nostri cieli i supereroi non volano più, già da qualche tempo. E che le canzoni sembrano sempre più belle quando le ascolti nella case degli altri. Perché poi alle note alla voce al ritmo ed a tutto il resto mancano sempre il contatto ed il contesto, quando resti da sola.
Nelle lezioni private di lettura di bilancio capirò quanta potenza si nasconde nella vulnerabilità. Quanto coraggio nella debolezza del mio agire. Molto più facile sembrare forti adagiandosi nel non fare nulla, si sa.
Dammi un attimo di tempo e ti vengo a farmi guardare. Completamente.
A prendermi la risposta che non voglio sentire.
Perché in ogni caso è l'unico modo di cambiare le cose.
La perfezione non fa per me.