venerdì 24 giugno 2011

fleetwood mac - rumors

Mi hanno donato l'alchimia di stili lontani.
Che picchiettano sottopelle come a tendersi per toccare i raggi del sole che sono tornati a premere dall'altra parte. In mezzo uno strato di me che oggi non sa che cosa sia l'estate. Al di là di tutto quello che possano dire previsioni o pareti adornate da calendari.
Mi hanno donato questa musica e penso ad un piatto di pasta. Fatto apposta per me quando mangiare era l'ultimo dei miei pensieri - sempre che sia mai stato uno dei primi da qualche parte nella mia vita.
Una sera e una casa che sono quei momenti in cui basta un clic nella testa e tutto cambia colore. Solo perché ti sei spostata di un centimetro e per un attimo sei riuscita a voltarti ed a guardarti in tutto quello che sei e non ti riconosci più. Mentre il mondo di fuori vede sempre una ragazza seduta su una sedia. E qui sta la differenza tra te e tutto il resto.
Forse semplicemente un'altra voce da aggiungere all'elenco delle cose che sai solo tu.
Forse semplicemente quella cosa che poi ci siamo scivolati incontro io e te e ora siamo qui. Al di là dell'averlo effettivamente capito.
Mi chiedo se a piangere così forte poi il corpo non senta più il bisogno di sudare o di pisciare. Ma semplicemente quello di tornare a respirare.
Con le parole nel vicolo cieco in cui le formiche sono pronte a mangiarle piano.
E l'ossigeno di una canzone leggera. E la vetrina di fronte che restituisce il riflesso di una me negli abiti di una foto di mia madre quando ancora non ero nata.
Nel giorno in cui un bambino riesce a regalarmi una lacrima in cui sta tutta la sua più pura richiesta. Per poi vivermi sulla lingua l'emozione intensa e la sua scia umida sulla guancia.
E tutto il piacere di saperla ancora provare.