sabato 31 luglio 2010

arcade fire - the suburbs (album)

Ho aggiunto alle mie esperienze musicali più o meno reiterabili un cd ed un concerto. 2 agosto e 2 settembre, per mettere dei segni sul calendario. E anche se questo terzo lavoro non è all'altezza dei precedenti, mi sa che poi ci commuoveremo davvero quando vedremo la coppia canadese farceli dal vivo i pezzoni che ci hanno rapito dal passato.
Rimane l'impianto epico e gli archi a dirotto, così come la batteria ossessiva che picchi con rabbia il palmo contro qualcosa di duro per stare al tempo. La mano che se me l'appoggi sulla fronte riesci a toccarti, toccandomi i pensieri che premono lì dentro.
Adoro gli album imponenti e rotondi. Li metti su e ti avvolgono in qualcos'altro: roba da folli, ma ci si sente protetti. E proprio non ce la puoi fare - a selezionare la modalità random - senza far crollare il mondo che ti ritrovi addosso. Fantasie di discorsi coerenti, che forse avremmo preferito più essenziali. Sottile differenza tra tanto e troppo: invoco la precarietà di una frase lasciata in sospeso, la fatica e la sorpresa di quello che sarà.
Se mi senti cercarti un'abitudine, non sono io. Non è quella cosa lì quando ti guardo negli occhi e stiamo facendo l'amore. Hai imparato che basta lo spazio ristretto della tua macchina per provare qualcosa che mi sembra felicità. O forse la confondo per tale. Ma magari anche no.
Sarò confusa ma ho un valido motivo: di mezzo ci siamo noi.
Come puoi chiederci di accontentarmi?

lunedì 26 luglio 2010

someone still loves you boris yeltsin - let it sway

Non te l'aspettavi, eh? Che quando intorno c'è il vero silenzio e il volume non lo alzi per nascondere il sottofondo di rumore, va a finire che vi ritrovate soli. Tu e la musica.
Note leggere che abbronzano la pelle. E dimmi se davvero ce la fai a tenerti stretti i neri diamanti che hai nella testa. E il tuo corpo pesante ben aderente al pavimento.
Raccontati quello che vuoi, ma oggi vincono questi ritmi di giallo incandescente. Neanche te ne accorgi e già scuoti la testa a tempo. Saltelli fregandotene di chi sta sotto di te e calpesti la maschera da rocker impegnato a tormentarsi che ti è finita tra i piedi. Fottuta dai suoni più banalmente allegri che conosci.
Delirio, ok. Ma con stile.
Chi l'ha detto che bisogna sempre prendersi sul serio?
Lo sai che se sorridi ai bambini sconosciuti poi loro ti salutano? Ma se è l'unico uomo che riesce a farti sentire piccola a salutarti, poi tu ce la fai a sorridergli ancora?
Beh: aspettiamo che inizi almeno a farlo e poi ci penseremo.
Se le tieni in tasca per un anno, le noccioline si seccano oppure iniziano a fiorire. Come le mie parole schiacciate che ti ho già detto tutto.
Il 17 agosto è così lontano. Ma ci sono tante cose da fare nel frattempo. Tipo danzare con voi fino a cadere dal ridere.
Facendo attenzione a non rovesciare il caffé.

domenica 18 luglio 2010

afterhours - summer tour 16.07 sonica festival

Grandi, neri e incazzati.
A voi tutti, ecco gli afterhours. Quelli veri: versione estiva. Se così lo vogliamo considerare questo tour che di solare ha giusto la collocazione stagionale e il sudore che è ormai una seconda pelle sotto la quale ci si impegna tutti a respirare nell'attesa.
Poi entrano loro, in un abbigliamento così scuro e pesante che ti chiedi se ce la faranno ad arrivare alla fine, trafitti da pannelli di calde lampadine gialle molto rock, che disegnano i loro profili ancora più neri nel buio immobile.
Poi iniziano a suonare e ti fregano. Ti innanellano lì una sfilza di pezzoni da rabbia e chitarra distorta che non lascia tregua.
E ti rendi conto che le forze non si sa bene da dove arrivino ma ci sono. Che se dicono che il minestrone d'estate è un alimento dissetante, allora anche questa infilata di energia cattiva altro non è che l'ossigeno di cui si ha bisogno per arrivare fino in fondo ad oggi. Un po' come il tuo odore, non era così?
Milano è solo di passaggio ed è in questo assurdo paesino della provincia bolognese che li ritrovo. Bandita l'acustica e senza convenevoli di rito, che il manuel che continua a dirci 'grazie' non ci piace mica tanto. Con tanto di mascotte xabier iriondo: non è del tutto chiaro se sia tornato negli after o negli slipknot, ma con i suoi codini riporta tutti ai tempi di germi. Anche quelli che non c'erano ancora. E questo è meraviglioso.
Ok ragazzi: rimanete sempre lì che il posto migliore in cui posso essere è qui sotto al palco. E non importa per quante volte o con chi. Continuate a starci sopra voi - stronzi quanto basta - che qui sotto si urla da soli e il livello lo si supera abbondantemente.
Non abbiamo bisogno di sentircelo dire da nessuno.

mercoledì 7 luglio 2010

born ruffians - say it

Ci hanno messo a disposizione un mondo che non basta essere da soli per montarlo. Serve qualcuno che tenga il pezzo sopra mentre tu stai avvitando la base, ed ho il sospetto che ce l'abbiano creato apposta così. Perché forse ci ho voluto davvero credere che potesse bastare questo a farci sentire vicine. Ma ora capisco che abbiamo davvero distrutto troppo se questa è l'unica scusa che ci resta per sfiorarci le mani.
Lo stomaco è abituato a smettere di avere fame e ci sono sempre delle scuse per nascondere gli occhi: non fa niente se non te ne accorgi. Ho trovato altri 3 ragazzi canadesi che provano a distrarmi con melodie che giocano impertinenti tra tirate indie, ispirazioni folk e sano e semplice pop. Ruffiani, appunto. Così come io non sono nata.
Ti lascio vincere: non hai bisogno di continuare a comprarti la difesa. C'è un protocollo da rispettare: non alzare la voce e va sempre tutto bene. E io ora non so litigare con le persone, e neanche abbracciarle. Era questo quello che volevi?
Forse non voleva niente nessuno: l'importante era arrivare fino a qui. Ma non basta crescere sotto lo stesso tetto per sentirsi uguali. O semplicemente qualcosa. Puoi mettercela tutta ma il mio sangue è ancora abbastanza dolce: chiedilo alle zanzare a cui continuo a dare da mangiare.
Abbiamo tutti dita abbastanza lunghe per azionare le frecce di direzione. Probabilmente se non le usiamo è perché ci ostiniamo a credere di andare sempre dritto. Tu continua pure così per la tua strada in cui - non so come - rappresento un ostacolo a prescindere. Io appena posso devio per la mia.
Chissà se così mi lascerai in pace o ti troverai a fare i conti con te stessa, senza una vita contro la quale opporti. Io non lo saprò mai.
Mio fratello è figlio unico.