venerdì 2 settembre 2011

wye oak - civilian

C'è un sole che non puoi farci niente e te lo tieni a bruciarti forte da dentro. Al di là dei suoi segni sulla tua pelle. Che se ne andranno inesorabilmente con l'accumularsi delle docce. E dei giorni spesi in un posto talmente chiuso che l'aria resta fuori e tutti ti chiedono quando andrai a raggiungerla.
Mi sono persa nella luce abbagliante che ci ha arroventato i pensieri bruciato i piedi e fatto tuffare nel nostro stesso sudore. E che ora mi entra da tutte le parti mentre guardo le infinite sfumature del buio di questa stanza ed è come se fossi sommersa da una tempesta di colori.
Un sogno di vita concreta che possiamo trovarci tutti gli errori del mondo ma poi non è mica colpa mia se in questa notte prendo ossigeno da questa musica qua.
E rotolo veloce e sbatto contro le rocce e premi forte contro quello che mi fa male ma non sento niente. Perché sono oltre il momento e la situazione. Che tutto fa parte del progetto di abbandono e costruzione e io sto guardando là. Dove salti davanti alla faccia del sole e mi bruciano gli occhi.
Mi sciolgo su questo tappeto e risalgo nelle pareti. Dove resterò a deformare coi miei sorrisi labbra imprigionate in immagini che non avremo scelto noi. Dove trasuderò le mie lacrime e tutti penseranno ad un errore di fabbricazione intervenendo per eliminare la mia storia.
Resto qua ma sei solo tu a decidere se andare.
Con l'orecchio sulla ninna nanna del ritmo sincopato del tuo cuore.
Che chi se ne frega dei vicini. Sentano pure le nostre voci e la nostra musica. Che tanto a misurare la pesantezza di ogni tuo singolo respiro posso pensarci solo io.