venerdì 24 maggio 2013

paolo sorrentino | la grande bellezza

Qui ci sono solo io, il cinema e questi titoli di coda che me li posso guardare tutti, fino all'ultima parola e poi resta solo il nero. Lo facevo quando non abitavo qui e l'ho imparato dagli altri intorno a me. Lo faccio ora e intorno ho solo particelle di intensa malinconia che devono appoggiarmisi dentro prima che sfugga via da questa sala.
Non mi capitava da tempo qualcosa che riuscisse a restarmi cosi appiccicato addosso. Forse anche qualcosa a cui concedermi così nuda e disarmata, senza voler capire troppo bene da che parte stare. Tanto qui non ha senso puntare gli aculei e cercare di non avere paura. Noi in questo ecosistema impazzito senza quella non possiamo mica viverci: non sapremmo quando è il momento di difenderci, reagire o scappare. E anche l'apparente continua felicità non sarebbe tanto meglio in quanto a questione di salvezza eterna.
Almeno non per noi. Che i momenti delle vite degli altri quando ci passano davanti sono come pezzi di spettacoli preziosissimi. Ed i singoli istanti delle nostre sappiamo portarceli dentro per sempre senza saperli raccontare mai.
La curiosità come armata schierata contro la tentazione del riccio. Come produzione ininterrotta di battiti cardiaci e respiri profondi.
Domani si va. E che sia uno squarcio di luce in mezzo a questa nebbia.
Come artiglio su tela.
Che sia.

È tutto sedimentato sotto il chiacchiericcio e il rumore, il silenzio e il sentimento, l'emozione e la paura. Gli sparuti incostanti sprazzi di bellezza. E poi lo squallore disgraziato e l'uomo miserabile.

sabato 18 maggio 2013

kike maillo | eva

Oltre la porta c'è il sollievo. Ed un giardino pieno di lucciole.
Oltre la porta ci sono di nuovo solo io. Soggetto singolare, tempo indefinito, lungo piano cinematografico.
Fermo immagine di una settimana di lotta continua. Contro i miei cambi di umore, i messaggi di posta elettronica, il mio amare acritico e le tue lacrime che non dobbiamo farle vedere però poi ci sono e anche da qui mi fanno male al pensiero.
Abbiamo preparato il terreno. E i semi ce li mettiamo anche nelle torte così che poi i fiori ci spuntano nella pancia, oltre che sui muri di casa. Arriveremo sconvolti all'estate e ci troveranno tra le mani di sconosciuti che non vorremmo incontrare mai. Con i nostri occhi che si vergognano, i vestiti umidi e le guance stropicciate. Ma in qualche modo, vagamente divertiti.
Forse per stare meglio dovremmo solo abbassare il livello emotivo. Fingerci generosi per non concedere niente di noi. Perdere la capacità di un abbraccio. Amare a scopo limitato per non rinunciare a niente e non farci intralciare la vita.
Io quando me ne vado non c'è nessuno che mi corre dietro. Io quando mi nascondo non c'è nessuno che mi viene a scovare.
Per chi ho creduto lo meritasse, sono sempre stata sua. Ora dovrei raccattare tutti i miei pezzettini lasciati dentro gli altri per  riempire gli spazi di chi non ho avuto mai.
Resto nella mia quiete - che è tutto tranne che indifferenza - in attesa dal raggio di sole che rimetterà in moto questa stagione perduta.
Avrei solo una domanda.
Tu cosa vedi quando chiudi gli occhi?

martedì 7 maggio 2013

appino | flog firenze | 04.05.13

Sei il mio lato insensibile, che non perdona l'ambiguità.
Se il mio promemoria infallibile, che riesuma anche i ricordi più neri. Quelli che la mia mente cancella per uno strano sistema di autoregolazione e poi sembra che si siano persi soltanto i nostri fiori.
Sei l'abbraccio che mi nasconde e la confidenza che mi confonde. Sei questo maggio che lotta contro se stesso e contro l'arcobaleno e sei tutta l'aria che si muove nel tuo passare altrove. Tremore.
Sei la facilità di non incontrarci che tiene in omeostasi i nostri universi vitali e sei la distruzione creativa del nostro ritrovarci. Sei il mare che mangio, tutto quello che c'è da bere e quel qualcosa di diverso nel mondo quando noi due siamo insieme.
Sei le strategie che non servono a nulla ed il nostro continuo perderci, ma sempre con del metodo. Sei il giorno che sembra uno come tanti e invece si potrebbe festeggiare qualunque cosa e nessuna in particolare. Sei nei regali inutili, negli scatti famelici, nei canini luccicanti e nelle questioni di senso.
Sei quello che accade nel tuo tempo presente.
L'eterno compagno di te stesso.
Sei questa musica che grazie al cielo.
Sei in questa musica. E grazie al cielo.