sabato 24 novembre 2012

eva mon amour | senza niente addosso

Viaggiare.
Andare verso nord fino a quando la pelle diventa fredda. Andare verso nord fino a quando la pelle ritorna bianca.
Le cicatrici sulle facce degli altri raccontano storie che impazzisco ad inventare.
Le cicatrici sul cuore degli altri si congelano e forse prima o poi a toccarle non faranno neanche così tanto male.
Saltellando ad alta quota ora ho solo la musica a dirmi che va tutto bene. Come nel giorno prima di ieri. Quando hanno dovuto togliermi tutti i muscoli per impedirmi di camminare. Ma poi alla fine - credo di avertelo detto - io sono partita lo stesso.
La mattina in cui siamo andati ad acchiappare il vento scivolavamo su questo autunno precipitato a terra. Ma in quel momento - pulito e dorato dentro - ho pensato che i beati siamo proprio noi.
Noi, con i nostri bicchieri di mosaico e le tazze ancora chiuse dentro gli scatoloni. Noi, che abbiamo sperimentato la solitudine che lascia i solchi nella pelle. Noi, con le nostre parole rimaste incastrate nella lingua, dove si decompongono in lacrime impotenti.
Così mi sono tolta il giorno di dosso. E mi sono innamorata di una storia che non posso più raccontare.
Ti ho detto che non è questione di perdere, questione di vincere, ma solo di guardarci ancora e sempre fissi negli occhi.
E lì, adorarci.
Quindi stringiti un nastro attorno al polso e ripetitelo ogni secondo nella mente.
Perché ci credo davvero.

amarti per un po' non è stato amarti niente
amarti per un po' è stato come amarti sempre
senza fiato, senza dubbio, sempre senza
senza mai niente addosso  

domenica 4 novembre 2012

eva mon amour | lo specchio e l'aspirina

Ho preso così tanto vento che ho solo voglia di ridere. Ho preso così tanto tempo che ho solo voglia di vivere.
Mi porto la pioggia addosso ed ho gli occhi accecati da piccole gocce fluorescenti. Cerco di non pensare, per non perdermi le parole magiche.
E cerco di non cascare, per non avere un livido vero su cui piangere.
Non ce l'abbiamo fatta ma non eravamo noi che dovevamo farlo. E allora brindiamo dentro i vasetti di marmellata scaduti e continuiamo a dichiararci amore tra i nostri dolci privi di zucchero. Come prima regola, leggere le previsioni di conciliazione dei nostri sogni. Come seconda: non smettere mai di fissarci negli occhi, perché quello che saremo dipende solo da dove posiamo il nostro sguardo.
E basta così.
Abbiamo storie di altre vite strette sulla pelle e proviamo con l'acqua a scrivere il nostro capitolo privato. Affascinandoci di ipotesi improbabili e non chiedendo mai agli altri come stanno, ma soltanto quello che sentono. Perché quella sarà sempre la cosa giusta in mezzo a tutto questo clamore.
Siamo eserciti in cerca di salvezza nella tua tasca. Le nostre armi: asciugacapelli rotti che usiamo per alimentare le braci o sbrinare i frigoriferi, al ritmo delle nostre imprevedibili stagioni interne.
Siamo eserciti che non hanno neanche potuto combattere. Senza corazza senza missione senza identità da preservare. Senza rabbia.
Siamo flussi di emozioni.
E l'unica cosa che sappiamo fare è scorrere.

ti chiederò domani | perché hai la faccia stanca
e perché quello che hai è tutto quello che ti manca
ti chiederò domani | e la chiamerò conquista
perché quello che sei | non è quello che ti basta
tu vuoi che sia tutto così irraggiungibile
tu vuoi che sia tutto così inafferrabile