La prima volta che le ho pronunciate mi è stato rinfacciato di usare termini troppo grandi per me. Ma forse non erano loro ad avere la dimensione sbagliata.
L'ultima - e seconda - che le ho sussurrate, mi sono sembrate così liberatorie da bruciarmi gli occhi. E insieme così fragili ed inutili di fronte all'enormità del messaggio che avrebbero dovuto trasmettere a chi le ascoltava.
Sole ed indifese nell'eterna guerra civile tra quello che ero (od ero convinta di essere) e quello che ancora non ho ben capito di poter diventare.
Ci vogliono canzoni dal ritmo serrato per non sentire i passi di chi credevemo invincibile che rallentano. Ci vuole comunque una melodia da seguire per non perdersi in questo labirinto ordinato che sono diventate le nostre vite. Per uscire dal rischio di restare intrappolati nei perenni viali di incertezza dove tutto si dice e tutto si ritratta. Perché forse non sono mai stata io il vero destinatario del messaggio. O ad un certo punto ho semplicemente smesso di volerlo essere e devo solo rinunciare e seguirti.
Così ti parlo da un millimetro di distanza. Riducendo al minimo possibile lo spazio di galleggiamento.
Che se il mio regalo per te era un lago di lacrime, prendi il tuo costume migliore che ci nuotiamo dentro. E ce ne andiamo lontani.
Che se siamo diventati noi quelli cresciuti insieme agli artisti che andiamo a sentire.
Nella doppia imperfezione di noi e dei primi dischi.
Forse è tempo di farlo.
Sole ed indifese nell'eterna guerra civile tra quello che ero (od ero convinta di essere) e quello che ancora non ho ben capito di poter diventare.
Ci vogliono canzoni dal ritmo serrato per non sentire i passi di chi credevemo invincibile che rallentano. Ci vuole comunque una melodia da seguire per non perdersi in questo labirinto ordinato che sono diventate le nostre vite. Per uscire dal rischio di restare intrappolati nei perenni viali di incertezza dove tutto si dice e tutto si ritratta. Perché forse non sono mai stata io il vero destinatario del messaggio. O ad un certo punto ho semplicemente smesso di volerlo essere e devo solo rinunciare e seguirti.
Così ti parlo da un millimetro di distanza. Riducendo al minimo possibile lo spazio di galleggiamento.
Che se il mio regalo per te era un lago di lacrime, prendi il tuo costume migliore che ci nuotiamo dentro. E ce ne andiamo lontani.
Che se siamo diventati noi quelli cresciuti insieme agli artisti che andiamo a sentire.
Nella doppia imperfezione di noi e dei primi dischi.
Forse è tempo di farlo.