lunedì 22 luglio 2013

criminal jokers | bestie

Voglio la pelle abbronzata.
Sì, lo so che l'ho già detto un sacco di volte, ma è quello che voglio. Una pelle che risplenda - e che lo faccia da dentro - come se la luminosità del sole e quella che mi scorre nelle vene trovassero un punto di incontro in questo strato che mi tiene insieme il corpo.
Voglio che il contrasto delle unghie chiare mi sussurri che sono viva. E che la mia bellezza stia semplicemente in questo.
Forse rivoglio anche indietro questo anno.
Rivoglio il bacio che ho lasciato sulle labbra di qualcuno che non ne ha capito l'importanza. E quello che da un certo momento non mi hai più dato e che non sapendo dove andare è finito a divorarmi il petto.
Voglio della musica con cui ballare al mattino appena sveglia. Senza soffermarmi ad ascoltare le parole. E capire come faccio a vivere senza sentire il battito del cuore.
Voglio - dall'oggi al domani - diventare me stessa. Ma poi non lo voglio più, perché la vera me stessa mi sa che non è quella ragazza senza pensieri che vorrei essere oggi.
Voglio stare stesa sul letto di casa nel centro del mondo.
Questo è l'unico posto dove posso portarti.
Benvenuto nell'isola dei giocattoli difettosi.

giovedì 18 luglio 2013

mark lanegan | longlake festival lugano | 17.07.13

Lui cupo e nero. E voce che sai.
Cola nella pancia. Vibra nello spazio vuoto lasciato dalle reazioni che rivorrei. In questo tempo in cui gli occhi sono piatti come bottoni e la pelle è come una macchia d'olio impenetrabile.
Che poi penso lui faccia pure bene a fare come fa.
A cantare le sue canzoni come se lo facesse solo per sé, dico. A guardarsi la punta delle scarpe quando partono gli applausi come se bastasse questo per cancellare tutto il pubblico di fronte.
Ha addosso la solitudine. E se fosse da solo a cantare, sarebbe esattamente così.
Triste. Come hai riassunto tu.
Che quando ti parlo ho l'impressione di pregare dio, tanto sei lontano ed irreale. Tanto mi sembri irraggiungibile.
Ma io potevo vederti fino all'invisibile. Fino al punto in cui nemmeno tu forse ti saresti riconosciuto. Per questo sei scappato così veloce.
E affinché si possa parlare di baratto, ora devi darmi qualcosa in cambio di tutto questo. Altrimenti è solo un furto e io di sangue ne perdo già abbastanza.
In questa fiera delle delusioni.
Lasciatemi fuori dalla festa.
Che io il bersaglio non lo so proprio centrare.

mercoledì 3 luglio 2013

roberto andò | viva la libertà

Mi hanno detto che sei tornato con lei, lo sai? Ok: bastava fare la domanda in più alla persona giusta, questo lo so io. Ma anche trovare l'occasione adatta ed il momento in cui ci si può sentir dare certe risposte. Mica così semplice.
Non so tanto cosa farmene di questa informazione. Mi aleggia intorno. Sospesa. Malinconica. A tratti anche un po' noiosa. Perché non riesco a scrollarti di dosso neanche scuotendo veloce la testa per pulirmi la bocca. Neanche imparando che le cose alla fine si fanno sempre da soli - perché spiegami con chi ho avuto a che fare e dove eri tu quando io stavo con te. Qui con la delusione ci sto costruendo le sponde del letto.
Rassegnazione e schianto. Innocenza e poi fuga per la tua vittoria. Scomparire per tornare ad essere.
Toccami il corpo perché è passato così tanto che forse non mi ricordo neanche come si fa. A sospirarti sulla pelle. Ad averti davanti agli occhi chiusi. A seguire con la lingua i disegni che hai sulla pancia.
Stiamo attenti perché se ci spacchiamo le gambe poi non riusciamo neanche più a raggiungere la nostra casa.
E allora chi mi proteggerà da tutto questo?
Non aspetto nessuna risposta. C'è solo la mia.
Voglio svegliarmi da questi giorni.
Ma il problema è che non sto affatto dormendo.