mercoledì 26 aprile 2017

tjant - røtur og trø

Ci sono storie che non finiscono mai.
Niente happy ending, niente uscite di scena spettacolari.
Nemmeno una dichiarazione aperta di chiusura impossibile. Niente.
Semplicemente se ne stanno lì. Ferventi praticanti di distanze impensabili che ogni tanto si avvicinano e non si capisce nemmeno il perché.
Perché davvero, dai. Non ha senso.
È che forse io credo sempre troppo nel potere trasformatore di ogni essere umano sulla terra. In generale. E nel senso che le persone hanno quando incrociano la mia vita.
Poi a volte lo confondo con le porte socchiuse e la curiosità devastante. Ma questo è un dettaglio.
Nel tempo ho però sperimentato che amare in senso astratto - anche crogiolarsi nel dolore dell'amore - è comunque molto più facile di farlo in quel reale sporchissimo di paure che è la vita di tutti i giorni.
La mia che ho sempre avuto. Più te.
C'è ancora un amico che si innamora, che mi regala un cd e che mi viene a trovare. C'è di nuovo chi arriva, come un pacco celere - consegna a domicilio - per potermi abbracciare. E poi ogni tanto c'è il mio pensiero per te, lo ammetto, ma mi annoia e non so che cosa poterci fare.
Per cui - sorpresa. Mi hanno tagliato il petto ancora una volta.
Ma mi è bastata una mano per tornare a ballare.
È il mio nuovo superpotere questo qui.
Sapere di te. E fregarmene.
Finalmente.