Quello che ci serve, è una linea guida generale. Alcune semplici regole di base da poter applicare all'occorrenza. Una strumentazione d'emergenza semplice e leggera, da mettere in campo nel minuto presente. Senza dover chiedere aiuto a nessuno. Senza dover aspettare nessuno.
Quando la solitudine è un'entità fisica fatta di assenza che cade, pesa, si sporge e si infrange nell'apatia diffusa di una giornata instabile. Quando me ne sto piegata su me stessa, concessa a me stessa, in confronto con me stessa. Colpevole a prescindere, come sempre.
I complimenti, i consigli, gli inviti a cena ed i rimproveri di chi neanche lo sa più che cosa voglia dire tutto questo. Ognuno ha la sua strategia - vi rigrazio. Ma io forse scelgo i brillantini che mi hai messo sulla pelle ieri sera. Perché anche se non hanno portato il conforto promesso, almeno è stato bello sentirseli addosso. Vederseli luccicare ancora addosso.
Poi scelgo questa canzone che è inchiostro sulle guance. Che è l'unico vero linguaggio che ho per comunicare con i topi dentro la pancia e con la loro necessità.
Per oggi. Per quello che provano a dirmi.
Poi per finire e andare avanti.
Ci sono molti modi.