venerdì 31 agosto 2012

the xx | coexist

Piangere a dirotto è un'emozione fortissima e totalizzante.
Arriva da dentro.
Dolore allo stato puro.
Pervade ogni spazio inumidisce il mondo si aggrappa al respiro straripa dagli occhi inarrestabile.
Senza esaurirsi mai.
Non esistono soluzioni o argini, solo un abbandono completo.
Tanto prima o poi smette, si sa. Sono le cause quelle con cui bisogna fare i conti più a lungo.
Sarò folle ma a me piangere così sembra una cosa bellissima. È essere senza filtri freni a mano maschere alibi paure vergogna muri pensieri falsità. Solo se stessi in preda a quel sentire.
Meraviglia.
Un po' come amare a dirotto.
Che vallo a spiegare com'è il minimalismo di un suono - un sentimento - che nella sua essenzialità è esplosione di massima potenza.
È come guardare la struttura matematica delle emozioni, è la solitudine immensa dell'amore puro.

martedì 21 agosto 2012

afterhours | festa radio onda d'urto | 20.08.12

Ho capito di avere un grande difetto.
Credo nelle cose.
Credo nelle storie d'amore e nella potenza dei sentimenti, quando sono chiamati a fare il loro dovere. Credo a te, quando mi dici che sono sempre splendida e le mie lacrime si trasformano in sudore. E credo al potere di questi sei demoni vestiti di musica di darmi tutto quello di cui ho bisogno ora, adesso.
Credo.
Poi qualche volta ci azzecco anche. Per fortuna.
Dandomi l'alibi per continuare a credere di nuovo. E siamo sempre daccapo. E sono sempre io.
Io che mi serve un altro concerto per capire fino in fondo questo nuovo album. Fatto di terre perfette che poi bisogna anche saperle abitare. Dove si costruisce per distruggere e si cambia per restare allo stesso posto. Incollati ad un sogno che si trasforma in ossessione e non diventiamo più noi.
Oggi ci riconosciamo nell'oscurità ma non siamo poi così pazzi anche se ci viviamo in questo modo e chissà da dove la tiriamo fuori l'energia di questa sera, esattamente. Perché non sono sicura che venga tutta da loro ma io credevo di averla esaurita già da un bel po'.
Saliamo in macchina e culliamoci nelle parole.
Stiamo tornando da noi.

l'inferno è vivere da re | cercando solo prove intorno a te | che quel che hai fatto è giusto | quando realizzerai | che il potere della tua gioventù | e quel che hai fatto era un'assurdità | che non potrai cambiare più | che non puoi cancellare più | 
allora l'onestà emergerà | come un tatuaggio in faccia | niente brucerà di più | 
e oggi ho avuto un dono | io so chi sono

domenica 5 agosto 2012

diana evans | 26 a

Crescere e cercare di trovarsi nel mondo.
Crescere e lasciarsi alle spalle un'infanzia in cui basta del tempo su poltrone dal vago sentore di fragola per decidere i destini delle vite che si hanno intorno.
Crescere in due provando a ricordare di essere uno. Provando a salvaguardare l'altro dai colori che possono avere le giornate e dalle urla intrappolate che vi sono dentro. Perché solo così puoi ancora salvare te stesso. Aggrappandoti a questa metà ingenua ed al sole che splende nei suoi occhi.
Crescere ed ascoltare i sogni. Dove ci sono i viaggi migliori e le parti più lucenti di un passato che per un istante torna ad essere splendente.
Semplicemente crescere. Farcela e non farcela. Lottare ed accettare. Cambiare e restare se stessi.
Andare avanti.
Nel mio ultimo sonno c'era un lupo che voleva aggredirmi. Lo stesso che poi mi ha fatto scappare via e sono vuota dentro. A passare le dita sulle costole intorpidite del mio corpo. Alle quali ti aggrappi tu e mi tira da dentro la tua mancanza.
Quando sono tornata in quella casa non ce l'ho fatta ad entrare perché c'eravano noi due che danzavamo dentro. Con i nostri difetti le nostre paure ed i nostri gesti più semplici.
Non volevo disturbarci.
Ora sono qui e mi accarezzo.
Perché sei in me.