domenica 31 dicembre 2017

sequoyah tiger | parabolabandit

Ci sono giorni che sono come promesse. Punti di svolta. Traguardi da raggiungere per segnare un prima e un dopo. Semplici motivi per andare avanti.
Ci sono giorni in cui poi è facile farsi deludere. Guardare le cose non accadere. Gettare al vento le parole. Pensare di non farcela. Perdere quel sollievo che pensavi di avere tra le mani.
E piangere.
Ma hai ragione amica mia: l'illusione non fa per noi. E forse è la nostra condanna. Però è anche quella cosa che ci permette di aggiornare il tempo quando il vuoto ci ruggisce dentro. E cambiare la nostra giornata in un frammento di secondo pur lasciando da fuori tutto uguale.
Abbiamo troppe cose che vorremmo controllare - è vero. Ed è anche vero che le cose vanno solo lasciate andare.
Per cui per questo anno che continua la tua storia, tutto accadrà, non ti preoccupare.
Tu devi solo metterti nei tuoi panni.
E comincia a danzare.

venerdì 22 dicembre 2017

radiohead | ok computer oknotok 1997 2017

Ho vissuto tutto con un sorriso.
Non perché ce ne fosse bisogno e nemmeno perché dovessi fingere. Ma semplicemente perché un giorno. Un'estate. Un paio di anni fa. Ho deciso che avrei vissuto così tutta la mia vita. Questione di coerenza, insomma.
Perché la gente ha sempre paura ma alla fine il segreto è solo questo: si affronta tutto. Solo che farlo con serenità - ho scoperto - richiede una fatica maggiore.
Perché fa male - cazzo se fa male - ma è come il suono che fa il corpo quando vuole vivere. Disperatamente vivere.
La fame che arriva all'improvviso - come una tigre ruggente che vuole sbranarti lo stomaco. Le braccia che cercano delle connessioni che non ci sono più. E la pelle, che tira per unirsi e alla fine non resterà altro che una ghirlanda sopra il vuoto di quello che c'è stato.
Sì, fa oggettivamente male. Ma lo farebbe di più se non sorridessi.
Quindi non è vero che sono forte. Almeno non più di quello che potrebbero essere tutti gli altri, volendolo.
Io sto solamente vivendo. Come faccio sempre.
E poi penso sempre alla cosa più bella che mi hanno detto in questi giorni.
"Non preoccuparti del tuo pezzo in meno:
quello che tu sei, non può subire riduzioni".
E sorrido.

domenica 3 dicembre 2017

hælos | full circle

Hanno questa cosa le persone. Di rimanere sostanzialmente uguali a se stesse, anche a distanza di anni. Di portarsi sempre dentro quella cosa che avevano quando le hai conosciute per la prima volta e hai capito che sì - proprio per quello - potevano entrare nella tua vita.
Quando ti ho incontrato eravamo troppo piccoli. Eravamo giovani in potenza: corpi da riempire, vite da inventare. Potevamo essere tutto e niente. Potevamo partire o restare. Ma passavamo le giornate senza preoccuparcene, occupati di sole e parole. Perché ancora non lo sapevamo.
Non lo sapevamo che quello che ci divertiva poteva diventare il nostro lavoro. Non lo sapevamo che io sarei tornata e tu, pur restando sempre qui, saresti invece andato lontano.
Non sapevamo nemmeno che ci saremmo persi. Che le nostre estati insieme sarebbero diventate un ricordo e non più qualcosa da riempire in qualche modo - anche dove non c'era apparentemente niente per noi. E la nostra inquietudine.
Ma siamo stati bravi a non annoiarci. Siamo stati bravi a pensare oltre e ad inventarci le nostre vite anche a partire da lì. Così che adesso ci basta poco e abbiamo sempre un posto dove tornare - al di là alle città più o meno grandi in cui siamo finiti a vivere. E sentirci vicini.
Così che adesso ti rivedo un giorno. Basta solo quello.
E siamo sempre noi.
Noi. Che giocavamo con le formiche.
E adesso siamo diventati grandi.

giovedì 19 ottobre 2017

sigur ros | forum di assago - milano | 17.10.2017

Da quando andiamo ai concerti come se salissimo su un aereo. Pensando di poter morire.
Abbiamo capito che tutto ha un prezzo. E anche se non dipende da noi, a volte lo dobbiamo pagare.
Da quando i messaggini arrivano come il freddo vento del nord a gelarci le vene. Sappiamo che c'è sempre un dolore più grande di noi con cui potremmo avere a che fare.
Liquidi contrastanti, esplosioni violente e buchi neri spazio temporali che appaiono là dove fino a un minuto prima stava il tuo universo personale. Inghiottendo ogni cosa.
Ma nonostante tutto. Nonostante l'impensabile. C'è sempre un'idea presente in noi che possiamo immettere nel mondo per creare nuove realtà. Sta solo a noi capire quale.
Forse siamo talmente abituati a questa follia che ormai è diventata obbligatoria. Forse c'è che diamo troppa importanza alla libertà e troppa poca alla tranquillità. O forse c'è che abbiamo sempre questa urgenza di sbagliare. O troppa paura di farlo.
Ma nessuno può dedurre il vento. Nessuno può prevedere le sparizioni improvvise. Si può solo andare avanti. E contare sempre sulla compagnia del rumore che fanno i nostri passi mentre continuiamo.
L'unica cosa certa. Il suono di noi.
Contro ogni dolore.
Potersi scegliere ancora.

martedì 3 ottobre 2017

neon waltz | strange hymns

Io e te crediamo nei gesti romantici. E questo è un fatto.
Così come crediamo alle domande della vita, al potere degli oggetti reali e al terrore che si ha di essere felici.
Noi crediamo che le strade siano fatte per essere percorse a piedi, sì. Ma anche di corsa. Che la distanza è una cosa bellissima, è vero. Ma anche vaffanculo.
E che di tutto questo non abbiamo colpa. Non per questa volta. Non più.
Che meraviglia.
La nostra salvezza è scrivere. Almeno la mia, la tua non so, ma comunque lo abbiamo fatto abbastanza quando ce n'è stato bisogno.
E per fortuna.
La nostra salvezza siamo noi. Curarci crederci guardarci accettarci, soprattutto sceglierci. Sempre.
La nostra salvezza siamo.
E io sono te quando io.
Io sono.

lunedì 25 settembre 2017

hercules & love affair | onion

Come posso sapere che ne vale la pena?
Come posso sapere che sei tu, che ce la faremo, che ad ogni modo farai di tutto per provare a farcela?
Amo senza capire. In questo momento è così. Forse per inerzia. Ed è non capire che tu ami fino in fondo. Lasciare la spiegazione agli eventi. A loro, il risultato di tutto.
Eppure basta vedere le cose come sono per creare variazioni clamorose. Basta andare oltre alle tue frasi così piene di tempo. Credere che ogni singola azione possa variare il mondo. Basta provarne almeno una.
Ma anche non fare nulla ha le sue conseguenze, lo sai?
Da qualche parte una volta ho letto che la nostra vita è quello che accade a causa delle gomitate prese. Delle traiettorie risultate dallo scontro. Ecco: io stavo pensando che la mia vita è il risultato di quello che è accaduto mentre cercavo di evitarle, le gomitate. Mentre ho deciso che potevo passare nella folla del sabato mattina senza toccare nessuno. Mentre ho scelto te, perché pensavo che non mi avesti sbattuto per terra.
Il tutto che rimane per mancarti, spero ti piaccia. Che ti tenga caldo, che ti sentirai protetto, lamentandotene.
Io punto su di te, ma non basta.
Perché il punto è che devi dare inizio a una nuova vita per te stesso.
O che devi dare inizio a un nuovo te stesso per la tua nuova vita.
Ma comunque vuoi vederla.
Io ho paura di non sapere.

martedì 5 settembre 2017

mogwai | every country's sun

Anche se lo so che non ci sei, ti parlo come se fossi qui. Pronto a invadermi.
Ti parlo come se dovessi davvero preoccuparmi di te. Di come stai. Di come sarai. Di quello che comporterebbe averti nella mia vita.
Lo faccio perché mi annoio. E sono delusa. Sì.
Un poco triste, per nulla arrabbiata. Enormemente delusa e demoralizzata. Solo questo.
Ecco perché sarebbe il momento peggiore per farti vivo nella mia vita, lo capisci?
È che mi sembrava di stare bene. Di aver sfidato le discese, di aver capito qualche cosa, di essere tornata contenta. E invece è tutto in ritardo. Scomparso come se nulla fosse.
Vorrei almeno capirne la ragione, preoccuparmi di qualcosa di concreto. Perché il corpo non smette le sue funzioni senza un motivo preciso, questo lo so bene. Ma io mi ritrovo il braccio graffiato e non ricordo nemmeno come ho fatto. Quindi, forse, tutto è possibile.
Mi deluderai anche tu, comunque. Perché gli adulti sono solo dei bambini che hanno preso delle decisioni. Qualche volta. E qualche volta neppure quello.
Per quanto mi riguarda, è più facile cavarmela se posso scegliere la colonna sonora. Il resto, non è compito mio.
Evviva dunque, aspetteremo il sangue.
Forse ti avremmo accolto, forse fai bene a startene dove stai.
Tanto la storia è solo quella
E come al solito la vita ce la cambieremo da soli.

giovedì 20 luglio 2017

arcade fire | ippodromo san siro | 17.07.2017

Evviva i gruppi che amo che tornano in tour. Evviva la vita che è passata nel frattempo. E evviva che sono qui, tu non ci sei e mi hai detto che non resterai.
Evviva le mie vacanze improbabili. Evviva ballare ai concerti. Evviva i giorni in cui siamo sempre insieme. E evviva tutto. Davvero.
Evviva tutto.
Anche quello che non riesco ad accettare. Anche la delusione. Anche le cose che fai e che comunque mi faccio del male.
Perché è sempre vita. E per questa sono grata.
Perché è sempre la mia vita. E allora posso decidere di comprare un altro biglietto. Di andarmene quando potrei stare con te. Di fare quello che mi piace e non importa se sarò ancora una volta da sola.
Perché sarò sempre io.

giovedì 29 giugno 2017

noga erez | off the radar

Non tutto si può monetizzare. E non tutto corrisponde a razionali regole temporali.
Di tutto, però, bisogna avere cura. Delle piante sotto la tempesta. Dei nostri corpi sotto sforzo. Delle nostre relazioni sotto chilometri di distanza.
Funziona così, almeno per me. Che i giorni hanno importanza. Chi i silenzi pure. E che le scuse avranno sì un loro valore, ma poi serve un'azione conseguente, altrimenti restano parole di dispiacere pronunciate comunque da troppo lontano.
E non c'entra niente il sole che se ne è andato. I concerti che non posso vedere o le corse nella notte che mi sarebbe piaciuto fare.
Non c'entra la solitudine, lo spazio attorno oppure i gesti eclatanti che potrebbero scuotere i mondi, ma che ho lasciato nel presente di qualcun altro.
C'entra sempre la voglia, piuttosto. E l'attenzione - siamo sempre lì.
C'entra che ci sono delle scelte da fare e degli sguardi precisi sulle cose di ogni giorno. C'entrano pure i soliti eserciti armati fino ai denti, che poi ti fanno partire sempre da sola contro il nemico.
Oggi sto ferma anch'io, allora.
Ho deciso così. Me ne sto qui.
Insieme a tutte le cose di noi di cui non ho scritto.
Perché non siamo riusciti a viverle.

mercoledì 26 aprile 2017

tjant - røtur og trø

Ci sono storie che non finiscono mai.
Niente happy ending, niente uscite di scena spettacolari.
Nemmeno una dichiarazione aperta di chiusura impossibile. Niente.
Semplicemente se ne stanno lì. Ferventi praticanti di distanze impensabili che ogni tanto si avvicinano e non si capisce nemmeno il perché.
Perché davvero, dai. Non ha senso.
È che forse io credo sempre troppo nel potere trasformatore di ogni essere umano sulla terra. In generale. E nel senso che le persone hanno quando incrociano la mia vita.
Poi a volte lo confondo con le porte socchiuse e la curiosità devastante. Ma questo è un dettaglio.
Nel tempo ho però sperimentato che amare in senso astratto - anche crogiolarsi nel dolore dell'amore - è comunque molto più facile di farlo in quel reale sporchissimo di paure che è la vita di tutti i giorni.
La mia che ho sempre avuto. Più te.
C'è ancora un amico che si innamora, che mi regala un cd e che mi viene a trovare. C'è di nuovo chi arriva, come un pacco celere - consegna a domicilio - per potermi abbracciare. E poi ogni tanto c'è il mio pensiero per te, lo ammetto, ma mi annoia e non so che cosa poterci fare.
Per cui - sorpresa. Mi hanno tagliato il petto ancora una volta.
Ma mi è bastata una mano per tornare a ballare.
È il mio nuovo superpotere questo qui.
Sapere di te. E fregarmene.
Finalmente.

venerdì 31 marzo 2017

le luci della centrale elettrica | terra

Non resterà nulla. La gente scrive e non resterà nulla. E nessuno saprà come siamo stati e come è stato il nostro amore reciproco e il nostro odio sparato nella rete.
Siamo il buco nero del futuro. Lasceremo miliardi di oggetti ma nessuno capirà come ci siamo sentiti e come ci siamo toccati.
Siamo noi. E siamo troppo giovani per stare così lontani.
In contatto con schermi e microfoni. Potremmo scomparire e i nostri corpi a venire non noteranno l'assenza.
Potremmo ricomparire in questa casa in disordine di te e sarebbe un disastro nucleare.
Ma ora alzo le difese che poi alzo anche me stessa e andiamo a prenderci un giorno di nulla oppure un biglietto per venire da te e parlare delle nostre storie che continuano in piccoli corpi caldi.
È sempre una scelta.
Come usare il verbo volere - e scordarsi, ogni tanto, di potere. Come trovare una scusa per non lavare i vetri per non cambiare mai e per ricomparire. Come scrivere lettere ai fantasmi perché è tutto quello che sparirà, quindi inutile affannarsi.
Ma è la nostra vita. E prima di impegnarci a renderla interessante per qualcun altro - si tratta di questo.
Ci siamo noi.
Io e te.
Le uniche persone per cui vale la pena renderla importante.

lunedì 6 febbraio 2017

ivan cotroneo | un bacio

Non è vero che l'amore vince sempre.
Proprio no.
L'amore arriva, ti travolge il giorno, ti fa fare pazzie.
Ma può anche non darti nulla in cambio - a parte un grande dolore - se sei l'unico a provarlo.
L'amore ti cambia la vita che avevi in mente, ti fa sentire a casa con perfetti sconosciuti, ti fa chiedere chi sei.
E poi all'improvviso a volte se ne va, disperdendosi in particelle tutte attorno - che chissà se si dissolveranno nell'universo oppure finiranno per ricompattarsi in un amore nuovo che forse non ti riguarderà neanche.
L'amore non vince sempre. Purtroppo no.
Quello che non perde mai, però, è il rispetto.
Lui sì che ha sempre qualcosa da dire, tenendo per sé l'ultima parola.
La sua presenza è un po' come i palloni abbandonati ai lati dei binari:  che restano lì - dimenticati ai più - a ricordare giochi passati ai treni che passano. Ma la sua assenza genera un rumore assordante. Che ti grida dentro quando ormai è troppo tardi.
Sì. Il rispetto vince sempre.
Perché per quanto possiamo impegnarci, è impossibile dimenticarlo. Prima o poi torna a chiederci il conto di tutte le volte che lo abbiamo lasciato in fondo ai nostri giorni. Che è un po' come dire che prima o poi la vita ti mette di fronte ai legittimi risultati delle tua azioni.
Per cui addio, hai sempre un modo per cancellarmi. Ma, sinceramente, chi voleva ancora qualcosa da te?
Mi fai scappare un sorriso che vale tutto.
E intanto vado a farmi aprire il cuore.
Che per quello che ho fatto.
È tutto quello che mi aspetto.