giovedì 18 gennaio 2018

martin mcdonagh | tre manifesti a ebbing, missouri

Non importa quanto grande sia effettivamente il vostro dolore: per voi resterà sempre totalizzante, invincibile e insormontabile.
Non importa nemmeno quanto grande possa essere il dolore di chi avete di fianco. Perché non riuscite a relativizzare, così presi da quello che avete deciso debba rovinarvi la vita in questo momento.
Avete bisogno di mostrarlo, in qualche modo. Dovete ingigantirlo - inconsciamente - per dargli una ragione e poter competere con il mio.
Poterlo esprimere, proprio adesso.
Ma state tranquilli, va bene così: per me non c'è mai stata competizione.
Ecco perché - anche ora - mi appassiono ai problemi futili di voi che mi state attorno. Perché sono i problemi che avrei io, se non avessi tutto questo. E sono anche i problemi che ho sempre vissuto peggio - molto peggio di questo comunque. E tutto ciò è molto interessante.
Come mi sono fatta prendere la vita da preoccupazioni stupide mentre adesso - che è una montagna altissima da non poterla nemmeno concepire - penso che non mi resta altro che cominciare a scalare. E sto salendo alla grande.
Perché ho modo di scoprire una parte di me che forse non avrei visto mai. Perché imparo ogni giorno un sacco di cose nuove. Perché sono affascinata dal mio corpo - mio primo grande alleato - da come cambia.
E forse è tutto questo che mi trasforma in poco tempo a non lasciarmi nemmeno lo spazio per aver paura del cambiamento, il terrore di pensarmi in un modo nuovo. Perché lo sono già.
Ecco perché non è vero che "va bene per quanto possa andare bene in questo momento" (come mi hanno detto).
Va bene, punto.
E basta.

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